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L’Italia è un modello europeo nel Patient Blood Management

By 11 Novembre 2022Ottobre 2nd, 2023No Comments

La soluzione WTS Patient Blood Management per le strutture ospedaliere

L’Italia, ad oggi, è l’unico Paese europeo ad aver disciplinato dal punto di vista normativo l’adozione e l’implementazione del cosiddetto Patient Blood Management (PBM), una strategia multidisciplinare, multiprofessionale e multimodale che prevede l’utilizzo di metodi e strumenti innovativi ed efficaci per garantire l’appropriatezza della gestione della risorsa sangue. 

In questo articolo, approfondiremo come il PBM può contribuire a rendere più efficiente la gestione della risorsa sangue e ridurne i costi.

Che cos’è il PBM?

Il Patient Blood Management (PBM) è un approccio multimodale e multidisciplinare adottato per limitare l’uso e la necessità di trasfusioni di sangue in tutti i pazienti a rischio, con l’obiettivo di migliorarne i risultati clinici, affrontando i fattori di rischio trasfusionale modificabili, ancora prima che sia necessario ricorrere alla trasfusione stessa. 

Sebbene il PBM di solito si riferisca a pazienti chirurgici, il suo utilizzo clinico si è gradualmente evoluto negli ultimi anni e ora si riferisce anche a condizioni non chirurgiche (cfr. Massimo Franchini, Giuseppe Marano e Eva Veropalumbo,  Patient blood management: a revolutionary approach to transfusion medicine, in Blood Transfusion, 19 giugno 2019).

Il PBM (Patient Blood Management) è dato dall’insieme di tecniche farmacologiche e non, da adottare in ogni fase di un intervento chirurgico, osservando i tre pilastri fondamentali:

  1. ottimizzare la capacità di produrre globuli rossi; 

  2. ridurre al minimo il rischio di sanguinamento; 

  3. aumentare il livello di tolleranza all’anemia.

Qualora introdotto nella struttura ospedaliera, il PBM è una soluzione in grado di ridurre i tempi di degenza oltre che i costi legati alle stesse terapie trasfusionali.

Il Centro Nazionale Sangue (CNS) ha promosso questa strategia, finalizzata a ottimizzare e sistematizzare metodi e strumenti innovativi per garantire l’appropriatezza della gestione organizzativa e clinica della risorsa sangue, anche attraverso il costante aggiornamento della progettualità multiprofessionale, multidisciplinare e multimodale: la finalità del PBM è il miglioramento dell’outcome del paziente.

Il Protocollo PBM in Italia

Come notorio, in Italia il Sistema Trasfusionale è pubblico e fa parte del Sistema Sanitario Nazionale. Eroga prestazioni di diagnosi e cura di medicina trasfusionale e realizza attività di produzione che comprendono oltre agli emocomponenti ad uso trasfusionale anche la raccolta del plasma e il trattamento e la conservazione delle cellule staminali emopoietiche.  

La legge 21 ottobre 2005, n. 219 ha ridisegnato il sistema nazionale per lo svolgimento delle attività trasfusionali e l’Italia si è dotata di strumenti organizzativi che hanno rafforzato l’impegno diretto a conseguire l’autosufficienza nazionale di sangue ed emocomponenti, in armonia con i principi fondanti del S.S. N., ovvero: efficacia, efficienza, equità ed omogeneità di cura, appropriatezza.

Tutto questo per dire che la risorsa sangue è rara e non va sprecata, in quanto primaria.

Importante e strategico è per il modello italiano il coinvolgimento del Servizio Sanitario Nazionale e della rete di volontariato, la cui azione sinergica ci qualifica come eccellenza.

Come ha avuto modo di spiegare Giancarlo Liumbruno, ex Direttore del CNS la corretta gestione del paziente alla vigilia di un intervento chirurgico è un momento cruciale; sappiamo che il mancato trattamento dell’anemia preoperatoria equivale all’erogazione di prestazioni sanitarie subottimali, con un aumento del rischio di complicanze anche gravi”.

FOCUS

Il Blood Manager: chi è e che cosa fa

Il “Blood Manager” è un professionista sanitario specializzato nel campo del Patient Blood Management (PBM) o Gestione del Sangue del Paziente. Questa figura svolge un ruolo chiave nelle strutture ospedaliere, garantendo una gestione ottimale della risorsa sangue e contribuendo a migliorare gli outcome clinici dei pazienti.

Il compito principale del Blood Manager è coordinare e implementare il protocollo PBM all’interno dell’ospedale o della struttura sanitaria. Questo professionista collabora con il personale medico, infermieristico e con altre figure coinvolte nell’assistenza al paziente, nonché con le direzioni ospedaliere e i sistemi informativi aziendali. Il suo ruolo richiede competenze multidisciplinari e una visione sistemica per ottimizzare l’utilizzo dei prodotti ematici e garantire una gestione efficiente e sicura del sangue.

Le principali responsabilità del Blood Manager includono:

Valutazione dei pazienti:

Il Blood Manager valuta i pazienti che potrebbero essere a rischio di anemia o che potrebbero richiedere trasfusioni durante il percorso clinico. Attraverso l’analisi dei dati clinici e dei parametri ematici, contribuisce a identificare pazienti che potrebbero beneficiare di strategie di PBM.

Sviluppo del protocollo PBM:

Il Blood Manager collabora con il team medico e il personale sanitario per sviluppare un protocollo di PBM personalizzato per la struttura ospedaliera, adattandolo alle esigenze specifiche dei pazienti e delle procedure chirurgiche.

Formazione e sensibilizzazione:

Uno degli aspetti chiave del ruolo del Blood Manager è la formazione del personale medico e infermieristico sull’importanza del PBM, sui suoi obiettivi e sull’attuazione del protocollo. Questo aiuta a garantire una maggiore adesione al PBM e una migliore consapevolezza sulle pratiche appropriate di gestione del sangue.

Monitoraggio e valutazione dei risultati:

Il Blood Manager raccoglie dati e monitora gli outcome dei pazienti sottoposti al protocollo PBM. Questo aiuta a valutare l’efficacia delle strategie adottate, il miglioramento degli outcome clinici e la riduzione dell’utilizzo degli emocomponenti.

Coordinamento con le istituzioni e le autorità sanitarie:

Il Blood Manager collabora con enti esterni, come il Centro Nazionale Sangue (CNS) o altre istituzioni, per garantire che il PBM sia conforme alle normative e alle linee guida nazionali.

Utilizzo di tecnologie e strumenti innovativi:

Il Blood Manager può utilizzare piattaforme tecnologiche, come il WTS Patient Blood Management descritto nel testo, per agevolare il processo decisionale, la comunicazione tra i membri del team sanitario e per tracciare in tempo reale le attività legate al PBM.

In definitiva, il ruolo del Blood Manager è fondamentale per promuovere una gestione più razionale ed efficiente del sangue, riducendo l’uso non necessario degli emocomponenti, migliorando la sicurezza del paziente e contribuendo a contenere i costi sanitari correlati alle terapie trasfusionali.

Che cos’è il WTS Patient Blood Management?

WTS PBM è lo strumento sviluppato da WTS per la gestione della risorsa sangue del paziente nel processo di prericovero, degli outcome e dell’analisi predittiva dei dati.

Nello specifico, si tratta di una tecnologia in grado gestire il protocollo clinico di prericovero che prevede a sua volta interventi diagnostici e valutativi multidisciplinari con lo scopo di ridurre l‘uso degli emocomponenti, diminuendo il rischio trasfusionale e di complicanze per il paziente, con l’effetto – non secondario – di abbattere i costi di intervento.

Piattaforma tecnologica disegnata per la gestione con approccio lean, semplice e intuitivo, WTS PBM mira ad integrare il consolidato modello scientifico a “tre pilastri” di un protocollo PBM di cui abbiamo parlato in premessa, con altre due componenti ugualmente rilevanti e necessari ai fini operativi:

  1. un modello organizzativo che consenta di implementare sul piano operativo il modello stesso in modo agevole e con garanzia di successo;
  2. la definizione di un modello di dati che consenta di tenere conto della situazione di partenza e degli eventuali miglioramenti nel corso del tempo (riduzione trasfusionale) a seguito della implementazione del programma.

In che modo WTS Patient Blood Management contribuisce a ridurre l’uso degli emocomponenti?

Il programma di PBM sviluppato da WTS si propone il conseguimento di tre principali obiettivi: la prevenzione delle trasfusioni evitabili, il miglioramento degli outcome clinici dei pazienti e la riduzione dei costi sanitari.

Nella fase di prericovero, il sistema rileva in automatico dal laboratorio i parametri, mettendoli a disposizione degli operatori per una gestione proattiva del Protocollo PBM e, dunque, della risorsa sangue.

Grazie all’implementazione di infrastrutture digitali, agevola la comunicazione tra gli attori, portandoli a conoscere e tracciare in tempo reale le singole attività in ottica multidisciplinare e multimodale, ottimizzando il processo di trattamento del paziente, sin dalla logistica.

Nulla viene lasciato al caso, ogni risorsa sangue viene gestita consapevolmente con il risultato di usarne solo le quantità indispensabili, evitandone lo spreco in termini materiali, di tempo e di costo: la più grande conquista è che si ritorna a parlare di Persone.

“Questo approccio mette al centro dell’attenzione la salute e la sicurezza del paziente, contribuendo anche alla riduzione dell’utilizzo degli emocomponenti e del rischio trasfusionale correlato”

cit. Dott.ssa Vanessa Agostini – Direttrice dell’U.O. di Medicina Trasfusionale presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova

Secondo uno test di affidabilità condotto su 10.000 pazienti, pubblicato (abstract) sulla Rivista Blood Transfusion, a cura del Dott. Marco Pavesi – Servizio di Anestesia e Rianimazione, Clinica Humanitas Gavazzeni, Bergamo, in collaborazione con i nostri Alberto Cappelli, Giulia Di Miele, Gaia Ghirardini e Riccardo Di Lorenzo, questo sistema ML rappresenta quindi uno strumento efficace in grado di suggerire al medico i livelli di Hb preoperatori da raggiungere per minimizzare o evitare il rischio trasfusionale, permette di trasferire al paziente informazioni accurate sull’entità di tale rischio e sull’opportunità di ridurlo con un trattamento, infine, può rappresentare uno strumento affidabile per la richiesta di Unità Concentrate di Globuli Rossi preoperatori come un MSBOS

 “I risultati sono promettenti, ma la strada da fare è ancora molta. Nella quotidianità non è semplice implementare una strategia multiprofessionale come il PBM. L’ostacolo maggiore è di tipo organizzativo, perché il Patient Blood Management prevede il coinvolgimento di più attori: dal personale medico a quello infermieristico, dalle direzioni ospedaliere e sanitarie ai sistemi informativi aziendali, dalla medicina territoriale alle istituzioni. E poi bisogna migliorare la formazione sull’argomento: una maggiore educazione e consapevolezza da parte di medici, infermieri e operatori sanitari. Solo così sarà possibile aderire sempre di più alla filosofia del PBM. È necessario uno sforzo collettivo non indifferente, ma sono sicura che i risultati non si faranno attendere”, conclude la Dottoressa Agostini.

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